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È stata la mano di Dio

è stata la mano di Dio

Scheda

ITA – 2021 – Drammatico
Durata: 131m
Regia: Paolo Sorrentino
Cast: Toni Servillo, Filippo Scotti, Teresa Saponangelo, Luisa Ranieri, Betti Pedrazzi, Massimiliano Gallo, Renato Carpentieri, Roberto De Francesco, Antonio Capuano, Cristiana Dell’Anna, Enzo Decaro


Paolo Sorrentino ci accomoda sul lettino dello psichiatra riuscendo, forse in via definitiva, a esorcizzare il ricordo di una famiglia medio borghese di Napoli, con padre dirigente di banca, dotato di una spiccata ironia, e una madre casalinga dedita a scherzi capaci di travolgerti con la propria crudeltà.

Residenti al quartiere Vomero e genitori di tre figli appartenenti a differenti fasce anagrafiche: la figlia Daniela perennemente barricata in bagno. Marchino, aspirante comparsa di cinema e teorico attore, e infine Fabio, detto Fabietto, liceale sedicenne che nell’estate del 1984 pensa molto al teorico approdo di Diego Maradona in maglia azzurra e che cerca di immaginarsi in un futuro ancora troppo distante per essere progettato. Il titolo trae spunto dall’affermazione/intervista che proprio lo stesso Maradona diede alla rete segnata all’Inghilterra ai mondiali del Messico e quando il regista ne annunciò il titolo, mantenendo completo riserbo sulla trama, velocemente la mente corse a un nuovo biopic dedicato all’ex numero 10, reduce da una morte tragica e prematura e da mille risvolti che probabilmente ed esattamente come Silvio Berlusconi, avrebbero meritato di finire in un film.

Al contrario, Sorrentino approfitta del misunderstanding per fornirci spiegazioni sulla propria vita e solo marginalmente facendo entrare el diez dalla porta di servizio. La trama si snoda attraverso una vicenda personale che con il mondo della pelota ha poco a che fare. Lungo i vicoli di una Napoli imbevuta dalle proprie usanze, costumi, il proprio dialetto e i propri angoli di mare e luce. La storia di una famiglia allargata, composta dai vicini, dalle zie, dai parenti chiassosi e dalle vite di ognuno, segnata da un lutto che ne cambierà i precari equilibri, costringendo i più giovani non più a immaginarsi ma diventare, in maniera veloce, adulti.

Filippo Scotti, vera rivelazione del film e del quale sicuramente sentiremo parlare, aiuta Sorrentino a immergersi nella propria adolescenza, divenendone il miglior alter ego possibile e lasciando a Teresa Saponangelo, prevalentemente vista in TV e a Teatro, e a Toni Servillo, ormai sodale del regista, il ruolo di due perfetti genitori, fuori dal comune e da ogni genere di schema.

Osannato dalla critica, amato e odiato dal pubblico l’ultima pellicola del regista 51enne non può far altro che riflettere, ma solo a visione rigorosamente ultimata.

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