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Tin Woodman – Songs For Eternal Lovers

2022 - Retro Vox
pop rock / glam pop / britpop

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Tracklist

1. Tropicalia Woodie Resort
2. Roverboat
3. Lovers
4. Starship
5. Supercar
6. 1989
7. U Know U Want It
8. Deezworld
9. April O'Neil
10. Gooshie Dwight
11. Gamma Ray Chewingum (feat. DELLERA)
12. You


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Ora, prendiamo in esame il fatto che, oggi come oggi, a furia di cianciare delle nostre cose ogni minuto libero del nostro tempo in rete ci siamo ritrovati con un ammanco quasi totale di storie da narrare, come se avessimo prosciugato la vena di un’immaginazione già sfiancata dall’inizio del nuovo millennio. Se ci trovassimo davanti ad una narrazione capace di rievocare immagini che non esistono, pur nascendo nella realtà che ci è consona, come ci comporteremmo? Finiremmo per stupirci, per restare attaccati a questa storia da capo a coda. Sarebbe un unicum, o quasi.

Ci sono stati momenti in cui gli artisti si divertivano a creare alter ego e cucire loro addosso interi concept, passando da Ziggy Stardust di Bowie a Zero degli Smashing Pumpkins, era tutta questione di metanarrazione fantastica in musica. A farlo nel 2022 si corre un bel rischio, perché l’attenzione generale è bassissima, ma senza un minimo di rischio dove andremmo a finire? Non avrebbe neppure senso metterlo su, un album, se non ci fosse quel brivido come incipit. Ebbene, Simon Diamond e Dave The Wave (userò solo i loro nom de plume) cavalcano quel brivido e raccontano di Tin Woodman, “il robot arrivato dalla città top secret di Wautah per diventare una rockstar” attraverso una storia che non ha un punto temporale fisso, o meglio, avercelo ce l’ha, e non mette piede oltre il 1999 (Gooshie Dwight come manifesto di contenuti, come se ieri ed oggi fossero totalmente sovrapponibili), anzi, si spingono oltre il meta, dando spazio a Tin al loro fianco nel gruppo, definendosi un trio a tutti gli effetti.

Percepisco tutta una tensione al glam in “Songs For Eternal Lovers”, e non parlo di un genere specifico, ma di come Mark Fisher parlava di questo movimento, del suo essere glamour e fantasioso in contrapposizione ad una sciattezza che colpisce duro parecchie altre band o sedicenti artisti. La cura del suono è una delle tante delizie che si incontrano nelle dodici tracce del disco, una cura che rende ogni brano storia a sé, un coacervo di sonorità che rimarcano quello che ascoltavamo e ascolteremo sempre. Distillandone il contenuto si sentono sprazzi di Pulp, Roxy Music e Fun Lovin’ Criminals, ma non basterebbe a descrivere l’intero.

Il piano, le chitarre ora elettriche ora acustiche, ritmiche r&b micidiali che si fondono a tutto spiano, il mix letale per melodie che si incollano e non si lavano via nemmeno con l’acido. I Seventies glitterati di U Know U Want It e Tropicalia Woodie Resort sono diamanti rari e convivono con quelli più detroitiani di Gamma Ray Chewingum (col supporto di Roberto Dell’Era, o meglio, DELLERA), così come le infestazioni rap che qua e là prendono vita come in Supercar, sporcata da synth pesanti che pare di sentire Money Mark prendere forma tra le fila del gruppo.

A dirla tutta, però, sono le voci il vero pezzo forte, spiccano nella capacità di tessere potenti legami tra strofe e ritornelli in un afflato di dinamiche gonfie e ascendenti nel loro essere tremendamente e incredibilmente brit (in Lovers troverete questa vena d’oro albionico inesauribile senz’altro debitrice della lezione di Jarvis Cocker), quando non niuiorchesamente loureediane come in Deezworld e garage nel tributo alla giornalista delle Tartarughe Ninja April O’Neil (e qui io ci ho perso la testa), così da creare un’unicità catchy da cui districarsi è pressoché impossibile nel gioiello di melodie cui stiamo prestando orecchio.

Quando dei Tin Woodman dissi che c’era da ben sperare [Hidden Tracks #12] non sapevo ancora quanto avessi ragione. L’attesa di “Songs For Eternal Lovers” è ben più che ripagata.

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