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Earthset – Bound

2022 - Dischi Bervisti
alternative rock

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Tracklist

1. Entering This Universe Coming Out Of A Black Hole
2. Tourists And Terrorists
3. Arpeggio
4. Strings
5. High Hopes
6. Unspeakable Now
7. The Mirror
8. The Stranger's Eye
9. Crossroads
10. A Momentary Glance Of Simplicity
11. Pills


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Durante ascolto e, beh, visione del video di Pills avevo già compreso che gli Earthset da Bologna mi avrebbero agganciato, solo che ancora non sapevo quanto. Giunti nel 2022 alla loro secondo prova in studio sulla lunga distanza riprendono l’idea di concept, come già fu per il loro esordio, aggiungendo un gran carico a quanto già espresso in precedenza.

Se “In A State Of Altererd Unconsciousness” davano sfogo ad un indubbio amore per l’alternative rock guitar-driven, con “Bound” si spingono ancora più in là e lo fanno in barba a qualsiasi cosa stia avvenendo in campo alt in questi anni di quasi-nulla cosmico. Mentre si fa a gara per aver il disco col suono più asettico (altri direbbero pulito) possibile – tanto che si potrebbe parlare proprio di assenza di sound – i quattro bolognesi danno un taglio netto e intraprendono una strada ben più tortuosa, difficile da digerire sul subito, un punto a favore che ne vale cento, perché obbliga ad un ascolto approfondito che a sua volta obbliga alla concentrazione.

Non c’è nulla che possa essere definito nemmeno lontanamente lineare nel loro modo di suonare. Fate conto di trovarvi anzitutto in un labirinto in cui ogni suono che vi si propaga all’interno sia alterato oltre il limite della breccia, e ad ogni svolta vi troviate tra le mani una scatola cinese, anzi, in ogni corridoio ce ne siano almeno un paio, che a loro volta ne contengono altre ancora, ed avrete più o meno la formula degli undici brani. Relazioni, questo il collante che tiene assieme tutto, e le relazioni sono spesso mostri tentacolari, così la musica ne segue le correnti discontinue.

È ancora tutto chitarracentrico, ma anche pericolosamente in bilico tra dissonanze e melodia, arpeggi morbidi che cedono il passo a bordate di riff fatti di grana così grossa da far saltare le casse, mentre la voce prende un sentiero tutto suo, dipingendo personaggi paranoici, spirali discendenti in scala di grigio e tutto attorno esplosioni alternate a silenzi, dinamiche irrequiete, movimenti nevrastenici e math, delicatezze alt che illudono alla calma per tramutarsi irrimediabilmente in un contorto dibattersi di tempeste elettriche e a schizzi elettronici da far vibrare i timpani.

E sebbene noise e tensione siano fattori determinanti, restano tremendamente “orecchiabili” e non meno diretti di quanto ci si potrebbe aspettare. “Bound” è pronto a detonare e, si spera, a restare.

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