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Rancore – Xenoverso

2022 - Capitol / Universal
hip-hop

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Tracklist

1.  Ombra
2.  Freccia
3.  Federico
4.  Guardie & ladri (feat. Nayt)
5.  Cronosurfisti (Skit)
6.  Lontano 2036
7.  X Agosto 2048
8.  Arakno 2100
9.  Guerra dei versi (Skit)
10.  Le rime (Gara tra 507 parole)
11.  Fantasia
12.  Ignoranze funebri
13.  Eden
14.  Equatore (feat. Margherita Vicario)
15.  Xenoverso
16.  Questa cosa che io ho scritto mi piace
17.  Io non sono io


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L’alieno cronosurfista Rancore, nome d’arte di Tarek Iurcich, è tornato dal suo viaggio interstellare, tra versi e mondi paralleli, fantastici e apocalittici, portando con sé qualcosa di magico e speciale, un “meta album”, dall’enigmatico titolo “Xenoverso”.

Ma qual è il significato di questa misteriosa parola? A darne una definizione è lo stesso Tarek, in un post pubblicato su Instagram nel novembre 2021. Traendo ispirazione dall’incontro con l’artista Luigi Serafini, autore del Codex Seraphinianus, e giocando sull’ambiguità del termine “verso”, Rancore conia il termine “Xenoverso: “s.m. dal gr. Xénos, ‘straniero, ospite’ || dal lat. versus, part. pass. di vertĕre, ‘volgere’: l’ambiente che contiene tutto ciò che è inclassificabile nell’insieme dei corpi e dei fenomeni del nostro Universo; ciò che confina con tutti gli spazi, i tempi e le dimensioni dell’Universo nell’insieme delle cose che si antepongono o che vengono escluse nella percezione della nostra realtà”.

Terzo album in studio del rapper italiano, il progetto appare l’evoluzione estrema della sua poetica. Un’indagine sul tempo e sullo spazio, una pellicola dalle molteplici chiavi di lettura, in cui il lungo percorso è celabrato da avvolgenti ritmi pop.

Di certo non di semplice ascolto, “Xenoverso” è un progetto ambizioso, che vuole andare oltre l’uditivo, sfondando le pareti della realtà, per lasciare il posto all’immaginario, che diventa così tangibile. A tal fine, infatti, è stato creato un vero e proprio portale web (visitabile al sito www.xenoverso.com), in cui è possibile esplorare l’universo parallelo evocato dal disco, tra cacce al tesoro, indizi e lagami rintracciabili tra le canzoni. Inoltre, per consentire ai fan di interagire tra loro, sono previste, in ogni copia fisica del disco, due figurine da incollare nel booklet. Tutto questo rende “Xenoverso” un disco pluridimensionale, da leggere, ascoltare, vivere, in maniera il più possibile immersiva.

Sono nato in un’epoca incastrata nel presente, dove la verità è imprigionata in ciò che è tangibile e dimostrabile. Esistono tante cose che non conosciamo, tante storie che si muovono fuori dal nostro presente, tante vite che viaggiano fuori dalla nostra realtà quotidiana e tanti mondi nascosti dietro gli angoli dell’Universo” – scrive Rancore, per la presentazione del disco – “Ho cercato una parola che riuscisse a sintetizzare questa sensazione, una parola che desse una casa a tutto questo. L’ho trovata in ‘Xenoverso’ e ho dovuto navigare tanto per arrivarci. Come in un diario di bordo ho deciso di scrivere, di cantare, di fotografare, di disegnare questa lunga avventura. Xenoverso è un mondo che parte da un disco ma che forse può andare oltre”.

“Xenoverso“ è un concept album strutturato in diciassette tracce, per quasi un’ora di ascolto, in cui Rancore tratteggia personaggi, piante, animali, regole, leggi fisiche, storie e avventure di un altrove che vive dentro e fuori dall’album. È difficile concentrarsi su un singolo brano senza trascinarsi dietro l’interno disco. Ogni traccia è un tassello di una storia dal sapore cinamatografico, fantasy, fumettistico e a tratti onirico.

I versi fluenti e taglienti, costruiti con ambizioni narrative e letterarie, se da un lato ricordano lo spirito di Caparezza, passando per le rielaborazioni conscious di Claver Gold e l’esistenzialismo ironico di Dargen D’Amico fino alla ricerca erudita di Murubutu (recente la featuring nel brano Black Rain, per l’album “Storie d’amore con pioggia e altri racconti di rovesci e temporali”), dall’altro evocano le suggestioni del cantautorato romano anni ’90 di Daniele Silvestri (con cui, insieme a Manuel Agnelli, ha partecipato al Festival di Sanremo 2019, col brano Argentovivo) e Max Gazzé.

I testi ermetici e complessi, tuttavia, vengono bilanciati da un flow fluido e da una ricerca melodica, che ha il pregio di rendere questo trip per nulla asfissiante e assolutamente godibile, pur non rimarcando quella uniformità strumentale presente nei precedenti lavori. I tappeti sonori sono firmati da Dario Faini, in arte Dardust, d.whale, Michelangelo, Meiden e Jano, già presente nel precedente lavoro di Rancore, “Musica per bambini”, sicuramente tra i dischi rap più interessanti degli ultimi anni.

“Xenoverso” si apre con gli archi di Ombra, lettera indirizzata a Rancore dalla sua stessa ombra, in cui viene accusato di averla spesso ignorata, nonostante una vita vissuta insieme. Il brano è una vincente metafara del rapporto tra l’uomo e quella parte di ignoto, a lui vicina e che presenta le sue stesse caratteristiche.

Segue Freccia col suo costante e repentino passaggio dal buio alla luce, fil rouge di tutti i brani del lavoro. La dicotomia buio e luce, erroneamente vista come due poli opposti e inconciliabili, è una tematica cara a Rancore, come testimoniato brani di vecchia data, quali D.A.R.K.N.E.S.S e S.U.N.S.H.I.N.E.. Troviamo poi il brano Federico, in cui, come pioggia battente, vengono citati ironicamente filosofi e personaggi illustri del pensiero occidentale, i quali vestono i panni di “zombie” pronti a riconquistare il mondo. Guardie e ladri, invece, è un pezzo criminal a due dimensioni: anziché spacciare droga, si spacciano rime e si taglia inchiostro, vendendo versi. Palese la sottesa critica al mercato musicale. Il pezzo presenta la prima delle feat del disco, col rapper Nayt, noto per le sue capacità di scrittura.

Si procede con la prima delle due skit presenti nel disco, Cronosurfisti, in cui si anticipano le tre lettere che il cronosurfista Rancore dovrà consegnare, muovendosi in epoche diverse: 2036, 2048 e 2100. Si apre così la parte la commovente trilogia di brani-lettere dal futuro: la drammatica Lontano 2036, la tragedia elettro-pop X Agosto 2048 e il rap androide Arakno 2100. La prima lettera è indirizzata a una donna, da parte di un soldato che scrive durante la grande guerra; la seconda, che riprende e riporta fedelmente la famosa lirica X Agosto di Giovanni Pascoli, è la lettera di un bambino al padre; l’ultima, diretta a numerosi destinatari, ma da anonimo mittente, richiama il mito greco di Aracne, calandolo in un racconto di distopia cyber-punk.

Subito dopo il trittico delle lettere, troviamo la seconda skit, Guerra di versi, che, mediante una riflessione sull’atto della scrittura, introduce il brano Le rime (gara tra 507 parole), in cui, in pieno stile freneticamente matematico e grazie ad un virtuosismo aritmetico, proprio 507 parole vogliono comunicare con lo scrittore. Segue Ignoranze funebri, introdotta dalla voce di Carmelo Bene, da un estratto di una puntata del 1995 del “Maurizio Costanzo Show”, vera e propria denuncia della nostra società, tra passato e presente.

Ritroviamo, poi, il brano Eden, prodotto da Dardust, già ascoltato a Sanremo 2020 e vincitore del premio Sergio Bardotti per il miglior testo. Grazie a numerose citazioni colte, nel pezzo Rancore si serve del significato simbolico della mela attraverso i secoli, per descrivere momenti fondamentali della storia dell’uomo e per affrontare il tema dello sdoppiamento.

Altra featuring del disco è quella contenuta nella traccia Equatore, con Margherita Vicario. Le due voci si alternano in un continuo rincorrersi intorno al mondo, in un viaggio di sole ottanta parole, e l’equatore, che dà il nome al pezzo, rappresenta un luogo metafisico e metaforico in cui elementi diversi possono coesistere senza annichilirsi vicendevolmente, ma valorizzando le proprie differenze e ponendole alla base di una relazione. Si arriva alla title track in cui si esplicita il continuo dubbio di uno “xenoverso”, quale realtà reale, ma non definibile con precisione.

Il disco si chiude con due tracce estremamente intime e che riprendono, esasperandole, le tematiche affrontate lungo tutto il viaggio: Questa cosa che io ho scritto mi piace e Io non sono io. La prima, fa trasparire un tentativo di pacificazone con sé stessi e il mondo circostante, come mezzo indispensabile per riconoscere la propria essenza e dargli fiato nella scrittura, da cui nasce la luce. La seconda, invece, racconta la perdita di sé stessi e la difficoltà di comunicare con gli altri.

“Xenoverso” è certamente un elogio della complessità, un album puro, pieno di strutture ermetiche, e che non vuole sottomettersi a nessuna logica di mercato. Non puoi ascoltarlo distrattamente. Non ti ci imbatti per caso, ma ti concedi l’occasione e il privilegio di poterlo visitare. E una volta tornato dal viaggio, resta solo una domanda: sei così sicuro di aver capito dove sei stato?

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