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Editors – EBM

2022 - Play It Again Sam
indie rock / elettronica

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Tracklist

1. Heart Attack
2. Picturesque
3. Karma Climb
4. Kiss
5. Silence
6. Strawberry Lemonade
7. Vibe
8. Educate
9. Strange Intimacy


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In un’epoca in cui mentre si è in auto è più facile far partire una playlist, spesso io preferisco la completezza di un disco. Perchè se un disco riesce a suonare in strada adattandosi agli spazi, al traffico di fondo, all’andamento fluido della guida, è sicuramente un buon disco. Sali in auto. Metti la cintura, sistemi lo specchietto. Accendi lo stereo, parte la musica. Giri la chiave, metti in moto. Si chiude un rituale perfetto. La prova della macchina non mente mai e tutto quello che ne consegue non può che essere innamoramento, canzone dopo canzone. Il disco che mi ha accompagnato in giro in auto negli ultimi giorni è “EBM”, sesto album degli Editors

Diciassette anni di carriera. Il segreto di tale longevità? Probabilmente l’indubbia capacità di evolversi continuamente nel sound, mutando continuamente forma ma restando saldamente ancorati alla loro attitudine introspettiva e al loro lato più oscuro. A tre anni di distanza dal precedente “Black Gold”, il nuovo lavoro della band britannica mescola sonorità futuristiche e gotiche, rimandi alla radiofonia anni Ottanta, elettronica e uno scintillante indie rock che profuma di New Order (e forse anche di Interpol e Bloc Party, nelle note di fondo). 

L’album “EBM” conferma, dunque, la tendenza al cambiamento e alla ricerca sonora a partire già dal suo titolo: EBM, infatti, non è solo l’acronimo di Editors e Blanck Mass (al secolo Benjamin John Power, nuovo componente della band e già membro del duo electro-noise Fuck Buttons; entra in squadra dopo una collaborazione di oltre cinque anni, culminata nella partecipazione come produttore aggiunto sul disco “Violence” e nella pubblicazione di “The Blanck Mass Sessions”, contenente le versioni dei brani realizzate durante le sessioni di registrazione svolte insieme), ma anche un riferimento voluto alla Electronic Body Music, sound nato negli anni Ottanta, che ha enormemente influenzato il nuovo materiale del gruppo, dove i synth industrial sulla falsariga di band come Nitzer Ebb, Front 242 e D.A.F. martellano pesantemente fra luci stroboscopiche, macchine del fumo e odore di cuoio.

“EBM” è stato annunciato dal sestetto inglese come un album “emotivamente molto fisico” e io non posso che concordare pienamente. Il rock e l’elettronica si fondono al pop e alla dance music e chiedono spazio. Si impongono avvolgendoti in un senso di agitazione e panico nella loro massima urgenza espressiva, nel desiderio sotteso di avvicinarsi rompendo ogni barriera possa frapporsi tra te e la musica. 

Nove brani immediati e schietti, che ti esplodono in faccia con tutta la loro potenza. In apertura troviamo Heart Attack, brano che racconta di amore e ossessione, del perdersi completamente in qualcun altro. Un grido di battaglia chiuso in una ballad rock accompagnata dalla profonda voce di Smith, come sempre impeccabile e priva di sbavature. Segue la pulsante intensità elettronica di Picturesque, corredata da sintetizzatori di ispirazione agli anni ’80 e da batterie trascinanti che spianano la strada alla terza traccia, Karma Climb, brano sull’evasione edonistica dal mondo e dai suoi giudizi. Chitarre elettriche, batteria e il basso di Russell Leetch enfatizzano la voce carismatica di Tom Smith, delineando deliranti atmosfere spettrali fuse ad inni da stadio. Segue il fragoroso brano Kiss coi suoi sintetizzatori declinati in chiave disco, una energica drum machine e l’impennata della voce del frontman, che ha definito il brano come un “pianto sulla pista da ballo”. In quasi otto minuti di ascolto (è canzone più lunga del disco), la traccia è febbrile, adrenalinica. Ad accompagnarla il videoclip ideato dal chirarrista Justin Lockey: due ballerini, la storia di due anime che si attraggono e respingono costantemente, senza mai incontrarsi completamente, finché, alla fine, soccombono all’essere intrecciate insieme, nel bene e nel male. La grazia e la leggerezza dei corpi che danzano sfidando la gravità, il drappo che li unisce e la poesia di uno scenario in rovina.

I toni cambiano e diventano più intimi e rarefatti in Silence. La voce bassa di Smith (decisamente in forma splendida!) è la protagonista assoluta. Il tappeto sonoro elettronico e i continui rintocchi fanno appena da sfondo ad una nostalgica e sofferta ninnananna: “silence”, sussurra Tom. E non si può far altro che chiudere gli occhi, ascoltare in silenzio e lasciarsi trasportare nel proprio altrove. I toni recuperano velocità nella successiva Strawberry Lemonade, ballad nervosa che ricorda le sonorità cupe dei Joy Division. Una litania scandita da chitarre post-punk ed echi electro- pop, un dialogo interiore coi propri fantasmi che cantano in testa, esasperato dal gioco della doppia voce. Si prosegue con la ballabile Vibe, con sonorità dance di matrice anni ’80 e una sezione ritmica in grado di far tremare un intero stadio e con Educate, dal ritmo perentorio di percussioni agitate. Il disco si chiude con la psichedelica Strange Intimacy, traccia ipnotica di oltre sei minuti. Il ritornello è puro delirio, una danza folle in cui perdersi ancora e ancora. 

“EBM” è l’ennesima testimonianza dell’ispirazione fulminante degli Editors: un’implacabile spinta elettrica di corposo rock elettro-industriale, alimentata da complesse sonorità indie-rock, new wave e qualche goccia di psichedelia. Se questo è l’effetto nella versione studio, immaginate con gli arrangiamenti dal vivo. Sarà l’ennesima conferma di una delle band più intriganti e durature della scena britannica degli ultimi vent’anni.

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