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Dommengang – Wished Eye

2023 - Thrill Jockey
psych rock

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Tracklist

1. Runaway
2. Society Blues
3. Last Card
4. Myth Time
5. Little Beirut
6. Blue & Peaceful
7. Petrichtor
8. Wished Eye
9. Flower


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L’elemento che traspare dall’ascolto del nuovo lavoro degli americani Dommengang è una continua ricerca di una via di fuga dai dettami della società, dall’ordine condiviso, o da qualunque altra imposizione o legge, insomma, la causa reale dell’insoddisfazione non è che sia chiara. È comunque intuibile una vaga forma di rifiuto di sottostare a qualsiasi norma imposta da un consiglio superiore.

La via di uscita avviene, o meglio avverrebbe tramite la costante incursione psichedelica nella narrativa Dommengang che però rende il piano di fuga un miraggio poiché, essendo l’idea totalmente immersa di una ricerca del modo migliore di affrontare il disagio, nulla di concreto viene alla fine messo in pratica.

Wished Eye” parte con Runaway, dove un’introduzione ritmata da indefessi colpi di tom e rullante ci fanno attendere un’esplosione sonora e invece la potenza, già da subito, viene meno, nel senso che ci si ritrova subito trasportati da un tappeto di psichedelia che apre alla potenza solo dopo il quarto minuto, ma ancora essa viene ridotta da assoli posso dire… banali? Banalotti? Bruttarelli?

Si riprende un po’ di vigore grazie a Society Blues, in cui interventi di stoner e una scrittura più precisa ci regala un singolo veramente a fuoco che è un piacere ascoltare e ci rimanda a lavori precedenti come “No Keys” di quattro anni fa. Last Card invece torna a dilatare tempi di una produzione stanca e spossata per cui si fa fatica ad andare avanti.

È forse per colpa di un’idea che abbiamo secondo cui tramite fumo e vapori siamo in grado di raggiungere forze mentali più sottili e spirituali, forse questo costante stridulo allucinogeno potrebbe propiziare una forma di avvicinamento ed epifania, ma non mi sento pronto ad abbandonare la mia mente “nell’estasi suprema che è propria dell’idillio dell’amore”, non credo siano i tempi giusti per questo tipo di produzione dove allo stordimento segue un periodo di molle lucidità e questa produzione fa venire voglia di fare schifo sul divano e ridurci ad essere pura osservazione. Cosa a dir poco limitante.

Vorrei che il suono corroborante dei Dommengang uscisse finalmente dall’idea di portare a termine un progetto al provare veramente a farlo. Purtroppo la dose di psichedelia non gioca a favore di una agognata potenza ritmica e quello che manca in questo quarto album è proprio un po’ di forza in più. Per dirla in modo accademico, manca un po’ di cazzutaggine.

Alfine “Wished Eye” scorre piacevolmente ad un ascolto superficiale ma lascia a bocca asciutta. Forza ragazzi, il potenziale ce l’avete sempre avuto, dai!

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