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Jean-Michel Jarre – OXYMORE

2022 - Sony Music / Columbia
elettronica

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Tracklist

1. AGORA 
2. OXYMORE
3. NEON LIPS
4. SONIC LAND
5. ANIMAL GENESIS
6. SYNTHY SISTERS
7. SEX IN THE MACHINE
8. ZEITGEIST
9. CRYSTAL GARDEN
10. BRUTALISM
11. EPICA


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Scrivendo dell’ultima opera di Brian Eno qui su ImpattoSonoro, il collega Ferragatta si chiedeva giustamente “ora che il futuro descritto “in passato” dalla musica elettronica è arrivato, che strada si può prendere per vedere ancora più in là?”, trovando che il disco finiva per arrabattarsi in una sorta di zona grigia. Considerazioni, su quel disco, che condivido. Senonché, a distanza di una settimana da quello, è uscito anche “OXYMORE”, l’ultima fatica dell’altro pioniere della musica elettronica, Jean-Michel Jarre. Anche lui, come Eno, classe 1948.

Sul fatto che Jarre sia un genio non ci sono discussioni da almeno 45 anni a questa parte, ai tempi dei grandi successi di “Oxygene” e “Equinoxe“, vere e proprie pietre miliari nella fondazione della musica elettronica. La vera notizia è che il tizio sia tuttora un genio assoluto, capace alla sua età di continuare a stupirci. Zone grigie qui non ce ne sono nemmeno per scherzo. E soprattutto, si fa strada una vision sul presente e il futuro del genere. Tra techno, industrial, bassi profondi, percussioni robotiche, voci invero poco umane, il punto non è se dovete ascoltare o meno “OXYMORE”. Il punto è come ascoltarlo. Avete tre possibilità in ordine crescente di preferenza: 1) classicamente, in stereo, vinile o digitale; 2) nel mix binaurale, quindi in cuffia; 3) nel mix Dolby Atmos. Ora, non è questo il luogo per parlare di vizi e virtù del CD audio immersivo e delle costose (meno di quello che credete) attrezzature che vi servono per goderne. Questo è invece il luogo per dire che, mentre in moltissimi casi l’audio immersivo, o spaziale che dir si voglia, è una esperienza superflua, non lo è più quando si tratta di Jean-Michel Jarre. In questo caso, diventa una necessità. D’altronde, di per sé, l’opera è stata concepita e composta in multicanale, uno dei primi esperimenti del tipo. Sarà forse questa “la strada da prendere per vedere ancora più in là”.

La tecnologia detta sempre uno stile” – spiega Jarre in un’intervista – “È perché abbiamo inventato il violino che Vivaldi ha fatto quella musica! È perché i fratelli Lumière hanno inventato il cinema che abbiamo Fritz Lang, Fellini o Tarantino. Allo stesso modo è perché oggi stiamo creando, inventando, questa possibilità di suoni immersivi che possiamo avere un nuovo genere di musica”.

La musica di “OXYMORE” ti avvolge e attacca da tutti i lati e ti trafigge in modi inaspettati.Non c’è difesa possibile contro questa esperienza, c’è solo una resa incondizionata al flusso di suoni. Potrebbe essere la colonna sonora di un film distopico, di quelli che ti riempiono d’ansia sul futuro dell’umanità; potrebbe essere la rappresentazione del tuo peggiore incubo, o del tuo sogno più bello; potrebbe essere la descrizione di un giorno di terrore, oppure di gioia. “OXYMORE” potrebbe essere tutte queste cose o nessuna di queste. Di sicuro, “sa di futuro”. 

Per scrivere una recensione soddisfacentemente descrittiva dovrei arrivare a mille ascolti, tale è la complessità musicale e la stratificazione sonora di cui è capace Jarre. E dovrei essere capace di farli senza emozionarmi e senza perdermi nel flusso dei suoni. Ma poi, è questo che serve al lettore? O gli basta piuttosto che il recensore gli assicuri che è necessario che si procuri la maniera di ascoltare quest’opera nella maniera più immersiva possibile, alzi il volume e si chiuda in casa da solo.

Perché “OXYMORE” è, banalmente, un capolavoro, l’ennesimo, di un settantaquattrenne che dopo tutto questo tempo non è ancora stufo di sentir descrivere con questa parola il frutto della sua ricerca musicale.

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