Innamoratevi di questi U2. I più sinceri. I più ingenui. I più passionali. Nessun nichilismo all’epoca, solo la voglia di raccontare la vita, la morte, colpendo al cuore.
Sesso, Droga e Rock’n’Roll, insomma? No, i Negrita sono molto altro. Introspezione, amore per il viaggio, bisogno di riscatto, denuncia sociale: in fin dei conti anche lo zombie ha un’anima
Avevo inconsciamente bisogno di riascoltare “Chaos A.D.” in questo momento della mia vita e scriverne è davvero tanto soddisfacente, un po’ come guardare quei video in cui della gente a caso taglia saponette con coltellacci da killer
A me questo disco ha insegnato tantissimo, mi ha fatto capire che la musica non è riconducibile per forza ad un solo genere, che le idee per un pezzo possono andare fuori da ogni scherma anche rispetto al target del disco e soprattutto che quando si suona, si deve suonare con tutta l’energia che si ha in corpo
“The Psychedelic Sounds Of ” preannunciava la grande fioritura del rock psichedelico e con essa la lusinga di indicibili esperienze creative, mistiche ed artistiche.
Il tempo è passato restando immobile. Non siamo cambiati. Nemmeno “The Argument”. Tocca ripetermi: l’assenza non è mai stata così bella.
“October” è un cammino tra inquietudine e smarrimento all’interno di una malinconica cornice invernale, e c’è un invisibile telaio di dolore e rabbia sopita che lega magistralmente ogni pezzo .
Aderire ai suoi non-schemi, ancora oggi, significa aprire la mente in modo eterno e definitivo. D’altro canto, per usare una citazione autentica del maestro, se passi una vita noiosa ascoltando tuo padre, tua madre, tua sorella, il tuo prete o qualche tizio in tv che ti dice come devi farti gli affari tuoi, allora te lo meriti.
“Gentlemen” è sicuramente un disco che resterà ancora a lungo nell’elenco di quelli da “ascoltare prima di morire”, con il rischio che se ti prende dentro rischi di finire male.
È “pop”? Mah. Va preso sul serio? No, malgrado qualche testo “serio”. Si può ascoltare? Si deve: è un capolavoro
In questi inni di strada, perfetta sintesi di cemento e poesia, c’è spazio per tutto, per la fortuna, la droga, la speranza, il dolore, l’amore, la vita e la morte, concentrate in una sorta di enciclopedia dell’esistenza in salsa alternative.
“Music For The Masses”, un disco per le masse, da gridare ai popoli coi megafoni, un disco quindi divulgativo, d’allarme, come le sirene di guerra, ma con temi del tutto personali e psicologici.
Nonostante le atmosfere fiabesche, a colpire è la straordinaria attualità di un’opera che si incastra perfettamente nella cruda era post-moderna: “Deserter’s Songs” è un incredibile sincretismo di epoche storiche lontane e vicende personalissime.
Gli Interpol non si limitavano a riprendere accordi e idee: reinventavano, incrociavano, sperimentavano, con un’accortezza filologica che diventava inclinazione naturale.
Esistono finali che lasciano più consapevoli , cambiati, colpiti dalla potenza che hanno suscitato in noi quelle note? Con qualche lacrima che s’insinua durante le ultime frequenze emanate dal disco prima del nostro stop? Ecco a noi un esempio che ha del magistrale.
Dopo tutti questi anni, “Protection” rimane come una rappresentazione entusiasmante, almeno per 7/10, di ciò che il trip-hop può dare in termini di tranquillità sonora, contaminazione musicale e relax intellettuale
Riportava indietro le lancette del rock’n’roll saltando molto di quello che nel frattempo era accaduto, e la voce ammiccante e ruffiana di Marc Bolan accarezzava i sogni e le fantasie degli adolescenti con le sue favole surreali ed ambigue, provocando scene d’isteria collettiva come non si vedevano dai tempi dei Fab Four
Musica rock molto graffiante e ricca di parolacce che per un ragazzo appena dodicenne era sostanzialmente il massimo: un album onesto e irriverente, che usava un buon rock per veicolare la comicità del duo di musicisti e attori irripetibili.
“Screamadelica” è un’opera superiore, che trascende il tempo e persino la sua stessa incalcolabile influenza su una sterminata serie di artisti delle più diverse estrazioni in termini di genere.
Come vi sentireste se in breve tempo morissero tutti i componenti della vostra famiglia? Quale sarebbe la sensazione nel comprendere che siete gli unici superstiti? La risposta a queste domande si chiama “Electro-shock Blues”, il capolavoro degli Eels.